Immobiliare Italia: situazione in miglioramento, ma un decimo degli abitanti è insoddisfatto

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Senza arrivare ad essere un paradosso, dalle ultime rilevazioni sul benessere economico degli italiani emerge che se da una parte il mercato immobiliare mostra chiari segni di miglioramento, dall’altra parte sono ancora tanti (troppi) gli italiani che vivono in condizioni di evidente difficoltà abitativa. E così, se è pur vero che il livello di reddito disponibile pro capite da parte dei cittadini tricolori è di poco inferiore alla media europea, è anche vero che il grado di diseguaglianza sociale è molto più marcato: il 20% della popolazione che vanta i redditi più alti e il 20% con i redditi più bassi è pari a 5,8, contro una media europea di 5,2.

Disagio abitativo ancora troppo significativo

Quanto sopra si può ben tradurre in elevati livelli di rischio di povertà e, per quel che riguarda il mercato di nostro riferimento, in bassa qualità media dell’abitazione, valutato che nell’UE28 solamente Polonia, Bulgaria, Lettonia, Ungheria e Romania sono in condizioni peggiori delle nostre.

A dimostrazione di ciò, si dia un pur rapido sguardo al dossier sul Benessere Economico e Sociale redatto dall’Istat, secondo cui il 9,6% della popolazione lamenta condizioni abitative difficili, a causa prevalente di uno scenario di sovraffollamento diffuso: il 27,8% degli italiani vive infatti in abitazioni troppo piccole, per un rapporto che è praticamente il doppio rispetto a quanto avviene nel resto dell’Europa. Non solo: quasi un quarto della popolazione italiana lamenta la presenza di infiltrazioni, di umidità e di simili problemi sui muri, sugli infissi o sui soffitti, con un’incidenza è che superiore di 8 punti percentuali alla media europea.

Peraltro, le differenze territoriali sulla qualità dell’abitazione sono ancora notevoli: l’indicatore di bassa qualità dell’abitazione è infatti oscillante tra un minimo dell’8,4% del Nord e un massimo dell’11,8% del Mezzogiorno e, scendendo ad un livello di maggiore dettaglio, tra un minimo del 5,4% in Valle d’Aosta e in Friuli Venezia Giulia, e un massimo del 17% in Abruzzo e in Calabria.

In generale – emerge infine dal rapporto Istat – sono gli anziani a trovarsi nelle condizioni abitative migliori, considerando che raramente si trovano in scenari di sovraffollamento (è solo del 10% la quota che dichiara ciò, contro il 41% dei minori e il 30% degli adulti tra i 18 e i 64 anni), e che molto spesso gli anziani sono i proprietari della stessa abitazione. Ancora, dal dossier viene evidenziato come il 18,6% degli affittuari a prezzi di mercato (e dunque non destinatari di specifiche iniziative di politiche abitative) viva in abitazioni di bassa qualità, contro il 9,7% dei proprietari che pagano un mutuo e il 5,9% di quelli che non lo pagano.

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