Passare dall’affitto all’acquisto con un mutuo: conviene?

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La concorrenza bancaria degli ultimi anni ha stimolato la nascita di prodotti ad hoc finalizzati a permettere l’accesso alle operazioni di finanziamento di una più ampia platea di potenziali mutuatari. E così, invertendo la tendenza vigente fino a non troppi trimestri fa (quando la restrizione delle maglie creditizie sembrava essere un mantra imprescindibile), oggi le banche si sono fatte discretamente più generose, e le loro politiche concessorie sembrano rispecchiare – almeno in apparenza – le necessità di credito di giovani e meno giovani.

Un esempio piuttosto palese di quanto sopra è il mutuo con preammortamento “lungo”, varato da alcune banche italiane negli ultimi 12-18 mesi, e in grado di permettere ai giovani che ambiscono a passare dallo status di affittuari a quello di proprietari di casa, di poter accedere a un finanziamento contraddistinto da un periodo più o meno esteso di pagamento di “mini-rate” contraddistinte da una sola quota interesse. Pertanto, da “tecnico” il preammortamento si trasforma in un sostegno pluriennale in grado di divenire un discreto supporto per la migrazione di “status” di cui sopra.

In altri termini, con il mutuo con preammortamento lungo le banche stanno cercando di ampliare e diversificare le frecce al proprio arco, sostenendo la clientela più giovane nel processo di acquisto della propria prima casa: le rate di preammortamento possono effettivamente essere più competitive di un equivalente affitto, e l’avvio dei pagamenti delle rate con quota capitale (il piano di ammortamento) inizierà a distanza di anni quando, si presume, i giovani avranno una condizione lavorativa sufficiente per poter adempiere alle proprie obbligazioni.

Ma è davvero così conveniente? In primo luogo, è bene ricordare che la valutazione sulla effettiva convenienza non deve essere effettuata confrontando le sole uscite monetarie determinate dal pagamento delle rate del piano di preammortamento/ammortamento e dell’affitto, considerando invece – più ampiamente – i pro e i contro derivanti dall’acquisto di una casa (sotto il profilo tributario, ma non solo) e quelli dell’affitto di un’unità immobiliare. Premesso ciò, effettivamente le operazioni di mutuo con preammortamento, per quanto maggiormente a “perdere” rispetto alle operazioni di mutuo “ordinario” (nel frangente temporale del preammortamento, come intuibile, la restituzione dei soli interessi non contribuirà a ridurre il debito residuo), possono permettere di entrare nella disponibilità della propria casa desiderata con un impegno monetario inizialmente competitivo nei confronti dell’affitto. Le operazioni di mutuo con preammortamento esteso sono inoltre sufficientemente flessibili dal poter essere gestite con buoni margini di versatilità, potendo ad esempio anticipare la data di decorrenza dell’ammortamento rispetto a quanto originariamente concordato.

Insomma, un’alternativa da tenere in debita considerazione, e da valutare, magari, in compagnia del proprio consulente di fiducia.

LaPlanning
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